Spazio Labo’ – Centro di fotografia | Strada Maggiore 29 | Bologna

La fotografia come ricerca | Intervista a Domingo Milella

La fotografia come ricerca | Intervista a Domingo Milella

Dal 6 aprile al 14 ottobre 2018 si terrà a Spazio Labo’ il Master in Fotografia di Ricerca con Domingo Milella, un corso rivolto a fotografi, curatori e artisti che desiderano mettere in discussione sviluppare la propria poetica per elaborare un forte linguaggio personale, applicabile sia nella ricerca artistica che in quella curatoriale.
Un Master condotto da un grande fotografo e artista contemporaneo, Domingo Milella. Abbiamo colto l’occasione per porgli qualche domanda sul suo percorso artistico, il suo immaginario e il Master che verrà.
A proposito, il Master è in Promo fino al 27 marzo 2018!

~ Iniziamo con una domanda ontologica, chi sei?
Ah, spiazzante! Io faccio l’artista, ma da dove si comincia con l’arte? Domanda bellissima a cui rispondere, forse la persona che meglio l’ha spiegato è un signore tedesco, si chiama Joseph Beuys: “l’uomo è un animale creativo, perché da quando ha scoperto il fuoco ha deciso di conservarlo”. E io che sono un uomo continuo a conservare il fuoco; non credo esista una categoria definita per l’artista, l’uomo è artista per la sua stessa natura. Mi interessa la temperatura delle cose, la conservazione dell’energia della coscienza umana. I casi della vita mi hanno reso più bravo con le fotografie, ma non mi sento un fotografo, la fotografia mi ha scelto. E avendomi scelto questa “dialettica dell’immobilità” io mi occupo del tempo, di realizzare immagini che mi permettono di viaggiare nel tempo, qualcosa di immobile che mi permette di diventare mobile.

~ Dalle tue immagini si rileva un legame molto stretto con il Mediterraneo, vuoi dirci qualcosa in più considerato che il Master in parte si svolgerà a Bari, nel tuo studio, in una città legata al mare nostrum.
Sai, io sono cresciuto tra Bari e la Calabria, in una città della Magna Grecia, in una atmosfera che guarda più all’oriente che a Roma. La mia famiglia è composta da velisti per cui, quando ero piccolo, se non ero in Magna Grecia ero in qualche isola dello Ionio. Sono vissuto nella “cultura del mare”, tutto ciò che è connesso alla “grecità” mi ha formato. Sono poi andato via molto presto dal Mediterraneo, sono stato sradicato per vivere a New York quasi dieci anni; ho sofferto moltissimo il distacco da questo mare e da questa luce, con le mie fotografie ho sempre ricercato la nostalgia e la sensualità di quello che avevo perduto. Si tratta di una conoscenza non tanto da approfondire quanto da ricordare, le immagini vogliono “evocare” non “illustrare” qualcosa, per me questo è un concetto molto importante. Il Mediterraneo è anche una coscienza molto più estesa e più grande, costituita dalla cultura romana, poi da quella rinascimentale, per arrivare a quella romantica dei poeti inglesi ottocenteschi; dal mio punto di vista tutto questo è il palinsesto dell’occidente stesso. E in questo mondo troviamo il mondo greco ma anche la Mesopotamia, l’Anatolia, l’Egitto, influenze che io rielaboro non in modo puramente nostalgico o passatista, ma rivalutando il passaggio del tempo misurandolo con ciò che è più ampio e ci sorpassa. In un certo modo “da dove veniamo per capire dove andiamo”.

Ph. Domingo Milella

” Io mi occupo del tempo, di realizzare immagini che mi permettono di viaggiare nel tempo, qualcosa di immobile che mi permette di diventare mobile.”

~ Come verrà trasmesso tutto questo nel Master? Che percorso faranno gli allievi?
Io credo che tutto questo sia basato sulla capacità di collegare e rievocare, perché non esiste una immagine nuova da strutturare senza il senso dell’immagine passata. Il mio lavoro nel Master è anche un lavoro di introspezione nell’immaginario, nella storia, nella provenienza, nei sentimenti dei partecipanti. Affronteremo insieme domande sul ricordo e sull’immaginario del ricordo che in un certo modo, se ci pensi, è connaturato al linguaggio stesso della fotografia perché crea un “passato nel presente”, proprio come le immagini. Voglio scardinare l’attualità delle immagini, una immagine per essere attuale magari deve essere antichissima, per essere presente deve essere futuribile. Smonteremo l’immagine del marketing, della pubblicità, del nuovo per creare una immagine più presente. Queste sono domande e non le risolvo sempre, forse le ho risolte due volte in quindici anni! Poi ho 36 anni, non sono un signore ottuagenario, non ho nessuna ricetta pronta. Il mio approccio non è focalizzato sul passato, è piuttosto una ricerca su come connettere i pezzi mancanti tra i secoli, passati e futuri. È una operazione di recupero, rievocazione e poi, nel caso, di produzione. Io non sono un professore, sono un artista, e quello che porto nel Master sono le domande che da anni io stesso mi pongo.

~ A chi rivolge questo Master?
Credo che fisiologicamente questo Master si rivolga a chi si interessa di fotografia di ricerca, a chi vuole rispondere alla domanda “perché la fotografia, in che modo la fotografia?”, a chi si pone questioni sull’arte e sul contemporaneo. Non necessariamente un fotografo, penso che sia un Master aperto anche ad artisti, curatori, critici; ecco, di certo non parleremo di macchine fotografiche!

Ph. Domingo Milella

~ Quindi non solo persone che producono fotografie in prima persona, ma che sono anche interessate a leggerle…
Sì, perché no? Sarebbe bello che si creasse una ibridazione tra chi fa ricerca curatoriale, ricerca d’archivio, chi si occupa di antropologia o archeologia. Il Master sarà arricchito dai partecipanti stessi; anche l’architetto, lo scultore, il curatore si preoccupano di creare un’immagine, hanno un immaginario e creano qualcosa di immaginifico. Perché costruire un edificio vuol dire immaginarlo, così come scrivere un libro o curare una mostra; la questione fondamentale su cui riflettere è proprio questa: la fotografia non produce solo illustrazioni, o perlomeno non dovrebbe farlo. Nel 99% dei casi oggi lo fa, ma si tratta di una “malattia” dell’immagine, che è un po’ ciò che caratterizza il mio lavoro, sono molto lento perché non voglio produrre solo illustrazioni. Diceva Jung “nei momenti di grande crisi vengono chiamati in causa gli archetipi”; ecco, in questo momento di profonda crisi dell’immagine archetipi come il passato classico, i legami con la cultura classica, il Mediterraneo come linfa comune sono temi che credo vadano analizzati per sviluppare il proprio immaginario.

“Questo Master si rivolge a chi si interessa di fotografia di ricerca, a chi vuole rispondere alla domanda “perché la fotografia, in che modo la fotografia?”, a chi si pone questioni sull’arte e sul contemporaneo.”

~ Le tue immagini hanno spesso un elemento paesaggistico molto forte e, allo stesso tempo, non negano la presenza umana, come mai?
Il paesaggio… è un termine così generico, impersonale. Mentre invece noi come homo sapiens abbiamo deciso di dominare la terra, di imporci su di essa, di renderla “personale”. Con le mie immagini io rifletto proprio su questo conflitto, sulla colonizzazione umana del paesaggio. Pensa ai grandi monumenti ittiti, alle tombe elleniste o le tombe arcaiche della Frigia, i paesi arroccati che si vedono nello sfondo dei dipinti del ‘500, paesini che ho cercato e proprio per dare un’immagine senza tempo del tempo; in tutti questi esempi l’uomo e il paesaggio erano in un qualche modo allineati. Nelle mie foto ci sono paesaggi dell’uomo e da cui l’uomo ha preso qualcosa che per lungo tempo è rimasto intrecciato alla sua cultura; per me il paesaggio è allineamento e non lo separerei dall’uomo. Nella mia ricerca vorrei far percepire una centralità delle cose, come l’uomo vitruviano visto da Leonardo il quale, tra l’altro, aveva una visione molto personale del paesaggio che nei suoi dipinti risulta sempre primordiale, archetipico, pre-linguistico, pre-razionale e inconscio. Il fatto che io metta una figura nel paesaggio è il tentativo di fare un confronto tra uomo, natura e passato. Spesso metto me stesso nel paesaggio perché voglio relazionarmi con esso e non vederlo e basta, voglio capire la mia dimensione all’interno di esso. E senza dubbio capita che alcune mie fotografie possano apparire spooky, ultraterrene, inquietanti, questo succede con luoghi con un forte potenziale, ma non lo pianifico. Sono un artista e quindi mi baso sul mio intuito e sulla mia necessità di costruire immagini migliori, rispondendo alle domande che continuo a pormi.

Ph. Domingo Milella

Il Master in Fotografia di Ricerca con Domingo Milella si terrà a Spazio Labo’ dal 6 aprile al 14 ottobre 2018; prezzo in promozione per chi si iscrive entro il 27 marzo 2018!

  • Posted by Laura De Marco
  • On 3 Marzo 2018
  • 0 Comment
Tags: domingo milella, ricerca

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