Spazio Labo’ – Centro di fotografia | Strada Maggiore 29 | Bologna

Where does the white go: esplorazione sensoriale di un libro

WHERE DOES THE WHITE GO

Esplorazioni sensoriali di un libro.

con Piergiorgio Casotti, Fiorenza Pinna, Sarah Lisette Chiesa, Luciano Bosi

Venerdì 10 febbraio 2017, ore 19
ingresso libero

In questo incontro a più protagonisti non vi parleremo solo di un libro fotografico. Non prima che abbiate percorso strade non battute di montagna, siate passati attraverso borghi persi nelle vallate, non prima che vi siate fermati in qualche bar, osservato facce, origliato storie. Solo a quel punto vi parleremo del silenzio.

Un itinerario dentro la montagna, attraverso il progetto, in suoni musica parole immagini carta e corpi in movimento. Un percorso dentro e oltre il libro; il processo, i linguaggi, la fotografia e il gesto del vagare.

La serata prevede una performance iniziale durante la quale verranno interpretati alcuni brani del nuovo libro di Piergiorgio Casotti con immagini sonorizzate dal vivo. Il processo fisico dello scatto fotografico sarà ricreato in danza attraverso il corpo di Sarah Lisette Chiesa, danzatrice contemporanea, e accompagnato dalla musica di Luciano Bosi. La decostruzione fisica del libro, l’esplorazione, proseguirà poi con Fiorenza Pinna, book designer, che racconterà la genesi di “Where does the white go”, le mappe mentali e fisiche che hanno portato alla sua realizzazione, un processo inverso per spiegare i flussi di lavoro che conducono alla creazione di un’opera editoriale.

IL PROGETTO
Il progetto “Where does the white go”, nato dal desiderio di esplorare la relazione tra immagine, memoria e la natura transitoria dell’esistenza umana, è un censimento fotografico degli abitanti che resistono nelle piccole frazioni del crinale reggiano e insieme, un attraversamento personale e silenzioso del paesaggio, un omaggio alla montagna, una meditazione sulla lenta mutazione sociale e culturale del territorio. I volti svaniscono, le immagini si offuscano, le storie si tramandano di bocca in bocca per diventare spesso leggende o surreali vicende. L’omaggio di Piergiorgio Casotti alla montagna è un omaggio al (suo) silenzio. Un silenzio che lascia incontaminati dalle interferenze sonore, dal “rumore bianco” della società umana; un’assenza che trasforma la nostra prospettiva e ci riporta alle nostre percezioni primordiali.
“Where does the white go” è il risultato della stretta collaborazione tra Casotti e la book designer Fiorenza Pinna. Insieme hanno lavorato su una linea narrativa che rispecchiasse il camminare senza meta, con un tempo legato allo sguardo. Il libro è, in realtà, il progetto. Gli stessi testi, nel loro linguaggio, nella saggezza violenta dei dialoghi, sono parte imprescindibile del lavoro e danno vita al paesaggio e all’espressione dei corpi di montagna, lasciando emergere con forza il legame con il vissuto.

WHERE DOES THE WHITE GO
di Piergiorgio Casotti
autoprodotto, 2016
book design: Fiorenza Pinna
testi: Mario Vighi e Silvano Scaruffi
112 pagine, 67 immagini
stampa Offset duotone BW su Munken Pure 120 gr.
italiano e inglese

Piergiorgio Casotti.
Nato nel 1972 e laureato in Economia, è da sempre attratto dalle dinamiche degli esseri umani; utilizza la fotografia come mezzo per esplorare sé stesso e il mondo. Autore di progetti che uniscono testo, video, immagini e musica, utilizza varie forme artistiche proprio per esprimere la complessità del reale. Determinato a superare il concetto di “bello” o “brutto”, va alla ricerca di immagini che possano essere “vissute”, non solo “guardate”. Rompe gli schemi, allarga gli orizzonti, racconta storie, stati mentali ed esperienze che attraverso il linguaggio della fotografia graffiano la superficie delle cose, cercando – e a volte rivelando – ciò che l’occhio non vede. Tra i suoi lavori più conosciuti, “Sometimes I Cannot Smile” (autoprodotto, 2013), una lettura intima e personale del mondo giovanile della comunità Inuit che abita la costa orientale della Groenlandia. Il lavoro è diventato anche un documentario dal titolo “Arctic Spleen”.

 

Fiorenza Pinna.
Fiorenza Pinna, co-fondatrice di 3/3 (treterzi.org), studio di progettazione fotografica, è curatrice indipendente e book-designer; da anni si occupa di progetti fotografici, con particolare attenzione all’editoria indipendente, e della curatela di libri e mostre. Collabora nel campo fotografico con gallerie, istituzioni e case editrici Italiane e internazionali per consulenze, workshop conferenze e letture portfolio. Ha fatto parte di diverse giurie per premi internazionali, fra cui il Kassel photobook Award e il Prix Pictet.

Sarah Lisette Chiesa.
Artista/danzatrice originaria di New York, vive e lavora a Reggio Emilia. Ha frequentato il North Carolina School of the Arts e ha ottenuto il Bachelor of Fine Arts in Performance al Purchase College. Sarah ha lavorato come ballerina professionista con Kazuko Hirabyashi, Sidra Bell, Naomie la France, Sue Bernhard, Stefan Dreher, Hubert Lepka, Franca Ferrari ed è stata ballerina per Shen Wei Dance Arts continuativamente dal 2008 al 2013. Ha presentato le sue coreografie, installazioni e video in Italia allo Spazio Gerra, Expo Triennale di Milano, Fotografia Europea, Rimini Live Festival e al Teatro San Prospero. Ha presentato i suoi lavori personali a Brooklyn, New York, Rosendale, Manhattan, Montreal, Salisburgo e in Cile. Attualmente sta lavorando con il compositore Yuval Avital e continuando la sua ricerca e la creazione di un nuovo “solo” che sarà presentato in anteprima nell’autunno del 2017.

Luciano Bosi.
Percussionista, organologo, etnomusicologo e didatta. Predilige operare in modo multidisciplinare e divergente, sconfinando dall’ambito strettamente musicale. Rivolge la sua ricerca e produzione artistica anche verso altre forme espressive, come la danza e il teatro, rafforzando l’interazione tra corpi narranti e suoni evocativi. Dall’urgenza di valorizzare e preservare le diversità culturali ancora presenti, a dispetto della globalizzazione, nasce il suo progetto “Quale percussione?”, una collezione di oltre 3.000 strumenti a percussione provenienti da tutto il mondo conservati nel Museolaboratorio di Modena, un viaggio tra le sonorità e le radici culturali dei vari popoli della terra.

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