ITALIANO | ENGLISH
REBECCA GIAROLA
Linosa
A giugno 2020, dopo due mesi di lockdown passato nella dimora-prigione, sono approdata a Linosa, “uno scoglio nel Mediterraneo”, così la chiamano gli abitanti per sottolineare quanto si sentano esclusi dal mondo. L’isola, a sud della Sicilia, è infatti minuscola: cinque chilometri quadrati di roccia lavica e tre vulcani spenti ne delineano la topografia.
Dopo mesi particolarmente soffocanti ho trovato qui il mio continente immaginario dell’altrove: un luogo ristretto ma allo stesso tempo aperto, a tratti sconfinato. Un luogo che trova la propria forza nella mancanza del superfluo.
Per tre mesi ho accumulato immagini e sulla base di questo materiale ho studiato una struttura in un tentativo di intrecciare le diverse visioni che io avevo dell’isola. Se da un lato la mia impressione era quella di un posto fantastico, quasi lunare, dall’altro mi rendevo conto che, laddove l’uomo lasciava traccia della sua presenza, si manifestavano le brutture del nostro vivere sociale.
Ho voluto che queste due diverse visioni si intrecciassero nel dar vita a un diario visivo che seguisse i miei umori e le mie riflessioni, finendo per restituire un’immagine più ampia, se pur sempre parziale, di questo scoglio nel Mediterraneo.