Spazio Labo’ – Centro di fotografia | Strada Maggiore 29 | Bologna

Silvia Camporesi: Doppio Sguardo

Presentazione del libro

Silvia Camporesi

Doppio sguardo: conversazioni tra fotografi

Presentazione del libro

Con Silvia Camporesi e Nino Migliori

Giovedì 10 ottobre, ore 19
Ingresso libero fino a esaurimento posti

Un duo che promette più che bene per la presentazione di un libro molto particolare: Silvia Camporesi e Nino Migliori sono ospiti di Spazio Labo’ il 10 ottobre per parlare di Doppio Sguardo – Conversazioni tra fotografi (Contrasto Books, 2019), ultima fatica editoriale della Camporesi. Un libro in cui l’artista forlivese presenta la serie di sue conversazioni con alcuni importanti colleghi italiani, per raccontarne la visione, lo stile, scambiare idee, opinioni e sguardi sul mondo.

Doppio sguardo raccoglie nove dialoghi, spaziando tra stili e personalità diverse della fotografia italiana. A partire dalla ricerca sul paesaggio di Olivo Barbieri, si arriva alla famosa serie delle spiagge di Massimo Vitali. Nel mezzo, incontriamo la fotografia di Luca Campigotto, frutto di viaggi in tutto il mondo; le serie di Mario Cresci, la cui opera è stata influenzata da diverse discipline, fra cui l’antropologia culturale; e poi ancora le indagini sulla società contemporanea di Paola Di Bello; le immagini apparentemente documentarie di Stefano Graziani, i lavori sul territorio di Guido Guidi, le nuove forme espressive di Francesco Jodice, che arrivano fino alla video-arte e, infine, le sperimentazioni visionarie di Nino Migliori.

Silvia Camporesi ormai da alcuni anni affianca all’attività artistica e fotografica un’attività didattica, sostenendo iniziative culturali di avvicinamento del pubblico al linguaggio fotografico. Nasce da qui l’idea di instaurare un dialogo di scambio e di confronto con chi, come lei, è addetto ai lavori. Le “conversazioni sulla fotografia” sono un ciclo di dialoghi che ogni anno Silvia Camporesi cura e propone e in cui nuove voci e nuove personalità discutono con lei intorno ai temi e agli stili del linguaggio fotografico. Di fronte a un pubblico attento e curioso, Silvia incontra i suoi maestri, i suoi coetanei, le voci nuove o consolidate della fotografia italiana intrecciando uno scambio fatto di dialogo, di curiosità e conoscenza, di approfondimento e di storie personali, di tecniche e stili.

Questo libro raccoglie alcune tra le conversazioni più rappresentative realizzate nel tempo e testimonia, in un linguaggio fresco e diretto, quanto la fotografia italiana sia fatta di una pluralità di voci e di tante, diverse, personalità affascinanti.

Ogni conversazione è la carta di identità di una possibile storia delle immagini, un racconto di come la fotografia ancora oggi, a oltre centocinquant’anni di età, afferra il mondo o più specificamente lo dà a vedere, in modalità disparate e differenti. Sempre con la propria voce, con il proprio inconfondibile linguaggio.

Durante l’incontro di presentazione Silvia Camporesi dialogherà con Nino Migliori, protagonista di una delle conversazioni presenti nel libro.
In occasione dell’evento sarà possibile acquistare il libro firmato.

 

Immagine in alto: ©Guido Guidi, Kaliningrad, Russia 08-1994.

Silvia Camporesi

Laureata in Filosofia, vive e lavora a Forlì. Vince il premio Celeste per la fotografia ed è tra i finalisti del Talent Prize (2009) e del Terna (2010). Come fotografa, la sua ricerca si muove su una sottile linea di confine fra immaginazione e realtà, veglia e sogno. Accanto alla sua produzione artistica da qualche anno cura, organizza e anima incontri di approfondimento con i protagonisti della fotografia italiana.

Nino Migliori
Nino (Antonio) Migliori, nato a Bologna nel 1926, è tra i più autorevoli e multiformi ricercatori italiani nel campo della fotografia. Inizia a fotografare nel 1948 oscillando fra immagini realiste distinte da un suo modo raffinato di racconto, e una felice ed eclettica sperimentazione sui materiali annoverabile tra i raggiungimenti più avanzati dell’informale europeo che trovano le radici nella storia della fotografia.
Nella sua produzione artistica si intrecciano fin dall’inizio diversi filoni di ricerca, ma è la sperimentazione il tratto fondamentale che caratterizza da sempre il suo operato. Sperimentatore, sensibile esploratore e alternativo lettore, le sue produzioni visive sono sempre state caratterizzate da una grande capacità visionaria che ha
saputo infondere in un’opera originale ed inedita. È l’autore che meglio rappresenta la straordinaria avventura della fotografia che, da strumento documentario,
assume valori e contenuti legati all’arte, alla sperimentazione e al gioco. Oggi si considera Migliori come un vero architetto della visione. Ogni suo lavoro è frutto
di un progetto preciso sul potere dell’immagine, tema che ha caratterizzato tutta la sua produzione.
Sue opere sono conservate presso il MamBo di Bologna, la Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino, il CSAC di Parma, il Museo d’Arte Contemporanea Pecci di Prato, la Galleria d’Arte Moderna di Roma, la Calcografia Nazionale di Roma, il MNAC di Barcellona, il MoMA di New York, il Museum of Fine Arts di Houston, la Bibliothèque National di Parigi, il Museum of Fine Arts di Boston, il Musée Reattu di Arles, il MoMA di San Francisco, il Metropolitan Museum of Art di New York e altre importanti collezioni pubbliche e private.

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