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Spazio Labo’ – Centro di fotografia | Strada Maggiore 29 | Bologna
We are all in this together è il titolo della mostra collettiva finale del Corso Triennale in Fotografia 2022-25 che inaugurerà venerdì 27 giugno alle ore 19 presso la galleria di Spazio Labo’ in Strada Maggiore 29 a Bologna.
La mostra è il momento culminante di un percorso personale e collettivo: un’occasione per condividere i progetti sviluppati nel corso dell’ultimo anno, frutto di una ricerca intensa che si è nutrita di tre anni di studio, sperimentazione e crescita. Un cammino che ha fornito agli studenti e alle studentesse gli strumenti per articolare una propria visione all’interno del linguaggio della fotografia contemporanea.
Con la conclusione di questo ciclo triennale, i partecipanti si affacciano ora sul panorama della fotografia contemporanea, portando con sé sguardi inediti e approcci freschi, quanto mai necessari in un contesto professionale e artistico in continua trasformazione.
Le autrici in mostra sono Ivon De Pol, Irene Ferrari, Martina Orlandi, Rita Puhar, Linda Turicchia, Lorena Zaffina e Alice Zanoli.
All’interno della mostra saranno esposti tutti i libri fotografici realizzati dalla classe e la nuova collana di approfondimenti teorici legati alla ricerca e ai processi delle singole progettualità.
Oltre la pietra di Ivon De Pol
Oltre la pietra indaga la trasformazione della laguna di Venezia attraverso una linea di confine creata nel Settecento, composta da 100 cippi in pietra d’Istria. Nata per proteggere l’ecosistema lagunare, questa linea è stata via via cancellata da interventi umani e processi naturali. In molti casi i cippi sono scomparsi: la loro assenza diventa segno di una relazione spezzata tra territorio e confine.
Il progetto riflette sulla fragilità dell’idea di limite in un paesaggio instabile, dove il confine si trasforma in soglia, e la fotografia diventa strumento per ripensare il nostro modo di abitare lo spazio.
Dove roccia e fuoco diventano foresta di Irene Ferrari
Dove roccia e fuoco diventano foresta racconta la trasformazione di un luogo segnato da eventi naturali e umani: il 26 aprile 1945, ad Avesa (Verona), esplode un deposito bellico tedesco; la distruzione è contenuta grazie all’intervento notturno della comunità, che rimuove parte del tritolo salvando la città. Oggi, su quelle macerie, cresce una foresta, divenuta oasi naturale e gestita da volontari.
Il progetto indaga la memoria e l’identità mutevole di questo paesaggio, dove l’essere umano non è separato dalla natura, ma parte di un ecosistema in equilibrio, osservato attraverso un linguaggio fotografico sperimentale e multidisciplinare.
Stelle del mare di Martina Orlandi
Stelle del mare indaga il legame profondo tra tre generazioni della mia famiglia e un luogo condiviso: la piscina. Un tempo seconda casa, oggi spazio simbolico di protezione, appartenenza e continuità. Le mie memorie di nuotatrice si intrecciano con l’archivio fotografico di mia madre, che ha nuotato nello stesso luogo, e con i racconti di mia nonna, che vi lavorava. Immagini e parti di diario costruiscono una narrazione visiva e intima, in cui l’acqua diventa metafora viva della memoria, fluida e trasformativa, dove passato e presente si incontrano e si fondono.
Il grigio non esiste di Rita Puhar
Tra febbraio e agosto 2024 arrivano a Bologna 51 persone evacuate dalla Striscia di Gaza per necessità pediatriche. Il sistema di accoglienza non riesce a rispondere ai loro bisogni essenziali. In risposta, nasce una rete di volontari che offre supporto, ascolto e presenza, rifiutando di ridurre queste famiglie al solo status di vittime.
Si crea così uno spazio di incontro, condivisione e cura, dove il senso di comunità resiste, nonostante tutto.
Questo progetto nasce dal bisogno di fare spazio, di ascoltare le voci palestinesi, troppo spesso oscurate o strumentalizzate. In un contesto mediatico che distorce la realtà, sono proprio loro a insegnarci, giorno dopo giorno, cosa significa resistere con dignità. Una lezione a cui tutti siamo chiamati.
Quando salgono le lumache di Linda Turicchia
Quando salgono le lumache documenta le alluvioni che tra maggio 2023 e ottobre 2024 hanno colpito l’Emilia-Romagna, costringendo molte persone ad abbandonare le proprie case in attesa che l’acqua si ritirasse. Il progetto nasce dal bisogno di raccogliere e restituire le voci di chi si è ritrovato improvvisamente sospeso, tra perdita e adattamento.
Attraverso fotografie, testimonianze scritte, grafici e materiali di ricerca, prende forma una narrazione stratificata che intreccia conseguenze fisiche ed emotive, memoria e territorio. Un archivio vivo che prova a trasformare la frammentarietà del presente in consapevolezza collettiva.
I quattro cantoni di Lorena Zaffina
I quattro cantoni è una ricerca fotografica nata all’interno di una comunità educativa per minori, per esplorare, in modo collaborativo, il concetto di casa. In un contesto segnato da precarietà e temporaneità, il progetto ha proposto dispositivi visivi e narrativi che aiutassero i ragazzi a esprimere la propria idea di abitare, al di là dei confini materiali.
Ispirata dal libro Il gioco dei quattro cantoni di Gianni Rodari e dall’Approccio a Mosaico di Clark e Moss, la ricerca ha raccolto frammenti, gesti, simboli e immagini per costruire, insieme ai partecipanti, una narrazione non lineare, fatta di memoria, desiderio e immaginazione.
Non si è cercata una verità assoluta, ma uno spazio di senso condiviso, dove la casa diventasse una forma da abitare con lo sguardo e con la voce.
Disfare la ragnatela di Alice Zanoli
Disfare la ragnatela racconta la costruzione di una casetta di legno nel giardino di casa: per mio padre, un trasloco emotivo verso una nuova idea di libertà.
Pur restando nel contesto familiare, questo gesto segna un distacco simbolico e apre una riflessione sulla mia necessità di appartenenza, ma anche di autonomia.
In questo spazio minimo, al tempo stesso fisico e simbolico, esploro i fragili equilibri tra vicinanza e distanza, tra cura e bisogno di autonomia, tra radici e desiderio di altrove.
WE ARE ALL IN THIS TOGETHER
27.06.2025 / 19.09.2025
Inaugurazione: venerdì 27 giugno 2025 ore 19
Incontro con le autrici: venerdì 27 giugno 2025 ore 19.30
Orari di apertura: fino al 19 settembre 2025, su appuntamento tramite Whatsapp (+39 3513965361) o Instagram (@spaziolabo).
Chiusura estiva: dal 30 luglio al 5 settembre 2025
Spazio Labo’ | Photography Strada Maggiore 29, Bologna
info@spaziolabo.it | press@spaziolabo.it | 328 3383634
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