Spazio Labo’ – Centro di fotografia | Strada Maggiore 29 | Bologna

Summer Open Day

SUMMER OPEN DAY

+ Larry Fink book signing

Giovedì 29 giugno 2017, ore 18.30
ingresso libero

Giovedì 29 giugno a Spazio Labo’ si terrà il SUMMER OPEN DAY, una serata dedicata alla fotografia che vedrà susseguirsi due importanti momenti: la presentazione del Corso Biennale in Fotografia in partenza a ottobre 2017 e il book signing di Larry Fink, che per l’occasione presenterà in esclusiva il libro “The Polarities” appena pubblicato da L’Artiere Edizioni.

La serata

Ore 18:30. La presentazione del Corso Biennale in Fotografia è l’occasione perfetta per chi fosse interessato a iniziare il percorso formativo con Spazio Labo’ e volesse ricevere maggiori informazioni e dettagli. Durante la serata sarà possibile visitare gli spazi dedicati alla didattica e incontrare alcuni docenti ed ex studenti del Biennio; verranno inoltre approfonditi i moduli previsti nei due anni di Corso e saranno presentate le Edizioni Labo’, volumi a tiratura limitata con alcuni dei lavori più recenti dei partecipanti al Biennio. Per partecipare a questa prima parte della serata è necessario prenotare qui via Eventbrite.

Ore 19.30. Il fotografo Larry Fink dominerà la scena con una presentazione “non convenzionale” del suo ultimo libro “The Polarities”, a cura di Laura Serani: una selezione di immagini scattate negli ultimi 5 anni che indagano diverse realtà, divise nel testo in quattro sezioni – “In Politics,” “Countryside Stories,” “In Town,” “At Home” -. “The Polarities” offre l’opportunità di seguire Fink da Washington a New York, da Panama City alla profonda Pennsylvania, mentre racconta l’America moderna, il cambio radicale tra gli anni di Obama e l’arrivo di Trump, lo show business, e la separazione abissale fra le aree metropolitane e quelle rurali. La presentazione è realizzata in collaborazione con L’Artiere.

Al termine un aperitivo offerto da Spazio Labo’.

THE POLARITIES
Fotografie di Larry Fink
Testo di Laura Serani
L’Artiere Edizioni, 2017
144 pagine

 

THE POLARITIES – testo critico di Laura Serani

Larry Fink è una leggenda nel panorama fotografico americano; un punto di riferimento che per più di cinquant’anni ha lavorato con incessante passione e dedizione, con risultati spesso sorprendenti.
La biografia sul suo sito inizia con “Born to be Wild, Brooklyn, New York, 1941”. Quando gli chiedono perché abbia deciso di dedicarsi alla fotografia, Fink risponde che le alternative sarebbero state la delinquenza e il carcere.

Un anticonformista sopra le righe sia nell’attitudine che nel suo approccio alla fotografia, Fink è rimasto un ribelle fin dagli scatti ai suoi contemporanei della Beat Generation.

Sensibile sia allo charme delle star di Hollywood che al fascino delle “principesse” della campagna rurale della Pennsylvania, Fink – autodefinitosi un “umanista ironico” – documenta instancabile le “cose terrene”: i comizi politici, gli eventi, le ribellioni della società civile, il lavoro, l’energia delle città, il dolce abbandono e la serenità della famiglia, l’intimità.

Noncurante che si tratti dell’alta società, del mondo rurale, dell’industria del cinema o del ring della boxe, Fink continua a scattare con raro entusiasmo, energia e con uno stile sofisticato contrassegnato da vicinanza, empatia e spontaneità. Fink è spontaneo nell’approcciarsi ai soggetti, che sembra quasi toccare con l’obiettivo; è sofisticato nelle sue attente composizioni, nella scelta di punti di vista personali, nell’estremo contrasto della luce.

La passione di Fink per il jazz, la musica che ascoltava nel famoso Village Gate vicino casa, sembra il ritmo con cui muove i suoi passi e con cui dà alle sue foto un ritmo quasi di danza: incisivo, dinamico e fluido.

Il titolo di uno dei suoi molti libri “On Composition and Improvisation” [Su composizione e improvvisazione], può essere applicato a tutta la sua opera. E Fink continua a produrre immagini a un ritmo velocissimo per riviste di moda, quotidiani, per progetti personali, per puro piacere e per l’amore per le persone e la fotografia.

Fink è una figura eclettica, che nel suo lavoro come fotografo continua a muoversi da un aspetto all’altro. Insegna a Yale, Cooper Union e al Bard College, per anni ha lavorato come fotografo ufficiale per Vanity Fair, occupandosi della cerimonia degli Oscar. Fink collabora con il New Yorker e con altri periodici chiave del giornalismo americano, ha pubblicato dozzine di libri e ha esposto le sue opere nei maggiori musei statunitensi, tra cui il MoMA e il Whitney Museum di New York, e in Europa. Ha ricevuto prestigiosi premi e riconoscimenti, come l’International Center for Photography (ICP) Infinity Award for Lifetime Fine Art Photography nel 2015.

Il nostro primo incontro con Fink, già famoso per “Social Graces” (1984) risale al 1997, quando a Parigi presentammo “Boxing”, la sua opera dedicata a questo sport, caratterizzata da immagini di una bellezza semplice e potente. Da allora Fink ha pubblicato molti altri libri, tra cui il più recente sul suo rapporto con Andy Warhol e gli artisti della Factory, che ha reso possibile la riscoperta di immagini “dimenticate” nel suo archivio per anni. E chissà quali altre meraviglie nascondono gli archivi di Larry Fink…

Questo nuovo libro esplora i suoi lavori più recenti, con una selezione di immagini scattate negli ultimi cinque anni e che prendono in esame una serie di soggetti – lontani e vicini – analizzati da Fink. Diviso in quattro sezioni – “In Politics,” “Countryside Stories,” “In Town,” “At Home” – “The Polarities” offre la possibilità di seguire Fink da Washington a New York, da Panama City alla Pennsylvania rurale.

Continua così il ritratto della società americana che Fink porta avanti fin dagli anni ‘50. “The Polarities” racconta l’America contemporanea, i cambiamenti radicali degli anni di Obama e l’arrivo di Trump, lo show business – in cui “lo spettacolo deve continuare” – e il divario costante tra metropoli e aree agricole. Proprio qui le immagini di Fink ricordano quelle della Farm Security Administration, il grande progetto nato per studiare il territorio americano tra il 1935 e il 1943.

THE POLARITIES – dichiarazione di Larry Fink

C’è un magnete in ognuno di noi. Una attrazione polare che proviene dal nostro occhio interno; a seconda della sua forza, il magnete organizza il nostro raggio di interesse. Alcune persone vedono solo diamanti, altri arance. Uno o due sono attratti solo dalle zebre.
Il magnetismo umano è organizzato in modo tale da essere una fonte di attrazione e repulsione. Le ragioni possono essere la bellezza, il potere, i soldi, la prestanza fisica, e a volte la profondità d’animo. Noi nascondiamo sia una lucidissima curiosità che la sua antitesi. La lista delle attrazioni magnetiche è lunga: api, fiori, serpenti, rane, cani, ossa, gatti, topi, la luna, il sole e le polarità che alla lunga scacciano le similitudini e si aggiungono alla trama di una vita intensa.

Come essere umano e poi come fotografo sono attratto da una moltitudine di cose, siano politiche, o terrene. A volte la luce che accarezza una trama senza nessuna origine specifica o un viso segnato dalle difficoltà. Il frammento di un occhio affamato e capriccioso, tutte le cose che rientrano nel mio raggio di interesse sono in cerca della loro identità. È questa identità con cui cerco di entrare in contatto, a lei voglio dare forma e forza.

Per me, ogni cosa è sensuale e viscerale. Fotografando io cerco di andare sotto la superficie per toccare qualcosa all’interno dell’oggetto e dell’esperienza. La mia vita è stata una pesca miracolosa piena di impulsi specifici. Le foto che qui mostro provengono dall’interno, ma senza il mondo reale sconfinato io non esisto. Goditi la mia vita, voglio che per un momento sia la tua.

Larry Fink
Aprile 2017

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fonire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o clicchi su "Accetta" permetti al loro utilizzo.

Chiudi